A distanza di tre mesi, torna su ZERO IN CONDOTTA “Malizia”, una delle testate della
Ediperiodici al quale mi sento di essere particolarmente legato, un po’ per i
contenuti dove l’erotismo si avvicina molto ai miei gusti personali e un po’ perché
ebbi modo di collaborarvi all’epoca (in diversi albi) in tandem col mio amico e collega di allora
Enzo Macchitelli. Trattasi del n.46 della serie regolare, contenente come di
consueto due storie complete.
PAROLINE
E PAROLACCE: Ambra è una giovane e carina studentessa universitaria, grazie al
suo lavoro di correttrice di bozze è riuscita a rendersi autosufficiente al
punto di liberarsi dalle pastoie familiari. Entusiasta di andare ad abitare
in quella che sarà la sua nuova casa da single, la ragazza non tarda ad
ambientarsi e un bel giorno si imbatte nell’ inquilino che occupa l’appartamento
di fronte al suo, un attempato signore dall’ aspetto aristocratico. Appena sola,
Ambra, incuriosita, va a curiosare sulla targhetta affissa alla porta dell’appartamento
dell’uomo, scoprendo così che si tratta del Conte Cosimo Ildeprandi. Da sempre affascinata
dal mondo della nobiltà, durante la notte la ragazza ha un sogno erotico dove,
nelle vesti di una duchessa di altri tempi, la si vede fare sesso con un marchese
che ha le stesse sembianze del suo vicino di casa. Il sogno di Ambra viene
interrotto dal suono di alcune voci che provengono dall’ appartamento del duca, voci
inequivocabili di un uomo e una donna intenti a fare sesso. La ragazza non ci
mette molto a capire che, in realtà, si tratta solo di voci registrate, probabilmente
il duca si starà divertendo guardando un film porno. Ambra si eccita e non può
fare a meno di masturbarsi, raggiungendo un orgasmo molto intenso. Convinta che
il duca sia una persona timida, la ragazza pensa che sarebbe eccitante metterlo
alla prova. Inizia così un gioco di provocazioni continue che l’uomo però
sembra non raccogliere. Diventata oramai una sorta di ossessione, Ambra decide
di chiedere aiuto alla sua amica Marina per sedurre il nobiluomo. Le due ragazze,
dopo aver scoperto che il duca nasconde un segreto, riusciranno a raggiungere
il loro intento, ma dovranno poi fare i conti con un finale del tutto inaspettato.
PRIGIONIERA: Clara, una trentenne single, lavora come
cassiera in una rosticceria. La ragazza è un’assidua lettrice di romanzi rosa e
si perde con le mente a immaginare le più disparate situazioni romantiche,
situazioni che non trovano alcun riscontro nella sua personale realtà. Nei suoi
incontri occasionali con gli uomini, Clara incontra solo tipi rozzi e
sbrigativi da una "botta e via", ben lontani dai personaggi affascinanti e carismatici dei suoi romanzi che la
fanno invece sognare ad occhi aperti . Clara, in una delle sue solite letture,
si imbatte nella storia di Amanda, una donna tenuta prigioniera, a causa di un
tragico errore, nel carcere di un paese straniero, dove viene brutalizzata dai
suoi carcerieri, dei veri e propri libidinosi. Clara si chiede cosa farebbe se
si trovasse nei panni della protagonista del romanzo e finisce con l’immedesimarsi
con questa, rivivendo, attraverso le pagine del libro, la sua storia alle prese con ben tre uomini diversi. Con gli occhi che le bruciano, la ragazza decide di uscire
di casa per prendere una boccata d’aria prima di poter riprendere la lettura,
ma la serratura della porta del suo appartamento risulta, inspiegabilmente,
bloccata. È giorno di festa nazionale e tutti gli inquilini del palazzo sono
fuori, così la nostra si ritrova da sola, prigioniera come la protagonista del
romanzo. Peccato però che chi verrà probabilmente a liberarla non sarà sicuramente
un” romantico cavaliere”.
Entrambe le storie non sono sicuramente tra le migliori che
mi sia capitato di leggere all’interno di questa serie. Nella prima, a parte il
sogno di Ambra e il “solitario” che ne consegue, entrambi piuttosto eccitanti,
la lunga scena di sesso che vede le due amiche impegnate in un triangolo con il
duca, pecca secondo me del solito “cliché” in cui gli sceneggiatori ricadevano spesso,
quello di far fare del sesso molto spinto alla gran figa di turno (in questo
caso addirittura due) con uomini non proprio fighissimi. Il duca Ildebrandi,
sebbene sia un elegante e raffinato nobiluomo, è comunque un uomo che, per come
è raffigurato, dimostra almeno settant’anni, per cui suppongo che le lettrici
donne non dovessero trovare la cosa molto eccitante. La storia comunque si legge
con piacere e non manca il classico finalino a sorpresa. Nella seconda, invece, le
sequenze relative alle scene di sesso sono molte di più e anche piuttosto varie
come tipo di situazioni che, miscelate a una tipica trama da romanzo rosa,
sfoggiano un tipo di erotismo un tantino più coinvolgente.
Riguardo le scan, purtroppo non ho trovato nessun riferimento
relativo all’autore. Avevo scaricato tempo addietro questo albo da Emule, così
come appare, totalmente anonimo. Quindi non saprei proprio chi ringraziare, se
qualcuno riesce a risalire all’autore, ce lo faccia sapere e verrà giustamente citato
nei commenti.
E veniamo ai disegni. Quando mi è capitato sottomano quest’albo,
a prima vista mi era sembrato di riconoscere il tratto di Giovanni Romanini in
entrambe le storie, ma poi, leggendo le storie e soffermandomi moltissimo sulle tavole, mi sono
imbattuto in una sorta di vero e proprio mistero. Sì, perché Romanini non ha
MAI lavorato per la Ediperiodici. Facendo le mie ricerche, su uno dei quattro volumi di
“Immaginario Sexy” dell’ottimo Luca Mencaroni, con la collaborazione di Steve
Sylvester e Diego Torrini, dedicato a tutta la produzione della Ediperiodici, i
disegni di entrambe le storie vengono attribuiti infatti a Romanini. Ora: a parte
il fatto che se li osserva con attenzione, si noterà che soprattutto nella
prima storia, dello stile di Romanini vi è solo una vaga somiglianza, mentre
nella seconda storia, eccetto l’ultima tavola che appare addirittura firmata
con le iniziali GR, Romanini risulta riconoscibile solo in alcune tavole. Allora
ho interpellato il mio nuovo amico William Bondi, disegnatore bolognese che ha
collaborato con Romanini assiduamente nel periodo che va dal 1976 al 1990 nello
studio di Piazza Rousvelt a Bologna. Bondi ha lavorato attivamente su serie
come Wallenstein, Ulula, Bionika, Pornostar e numerosissime altre storie
realizzate in tandem con Romanini per la Edifumetto di Barbieri. Will ha subito
riconosciuto il proprio tratto, affermando, senza ombra di dubbio, di essere l’autore
dei disegni di tutta la prima storia. Riguardo la seconda, si tratterebbe
invece di una storia realizzata a 4 mani, dallo stesso Bondi e Romanini. Il fatto che sia
stata pubblicata dalla Ediperiodici e non dalla Edifumetto si spiega con il
fatto che sia Barbieri che Cavedon (per nulla “rivali” come molti potrebbero pensare) erano
abbastanza soliti scambiarsi, temporaneamente, sia autori che tavole già disegnate
di storie provvisoriamente “congelate” e
poi riprese in seguito, spesso ampliandole con tavole aggiuntive. Bondi afferma
che lasciato lo studio nel 1990, quando Romanini passò per un breve periodo
alla Mondadori (oggi, Disney Italia) per disegnare storie con personaggi disneyani, lui migrò alla
Ediperiodici dove vi rimase per ben dieci anni. Romanini aveva ceduto a Bondi
molti dei suoi “contratti” non ancora realizzati, quindi risulta evidente che
la seconda storia (questo numero di “Malizia” risale al maggio del 1996), fosse
appunto una di quelle “congelate”, ripresa, ampliata e completata anni dopo
dallo stesso Bondi. Per cui… mistero svelato.
BUONA LETTURA.
BUONA LETTURA.
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