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QUESTO EPISODIO: Alla Maison Blanche c’è aria di festa.
Wilma, una delle ragazze di Madame Con, sta per festeggiare la sua millesima
volta. A sorte verrà estratto il fortunato cliente che avrà così l’onore, tra l’altro
gratis, di contribuire a far tagliare l'importante traguardo alla solerte lavoratrice. E
la sorte sceglie Monsieur Clivet, un attempato signore benestante. Clivet dimostra
fin da subito di avere una vera e propria passione per Wilma, le sue visite al
casino si fanno sempre più frequenti, così come sempre più frequenti diventano
le sue generosissime mance extra, fino a quando l’uomo non propone alla ragazza di…sposarlo.
Wilma accetta, ma le cose non andranno esattamente come la ragazza aveva immaginato…
Per questo weekend vi lasciamo in compagnia del 13º
numero di “Casino”, scansionato ed editato per voi dal sottoscritto. Testi di RUBINO VENTURA, disegni del maestro veneziano LEONE FROLLO.
Se c’è una cosa da dire sui personaggi maschili di
questo grandissimo disegnatore all’ interno di questa serie è che questi vengono,
nella quasi totale maggioranza dei casi, raffigurati come uomini dall’ aspetto
buffo e poco attraente. Ministri, deputati, onorevoli, tesorieri, segretari di
stato e chi più ne ha più ne metta, ci vengono tutti mostrati di certo non nel
fiore degli anni, dove abbondano pance prominenti e fisici non esattamente “statuari”.
Se questo penalizza pesantemente l’aspetto puramente relativo a quella che io
chiamo “l’estetica dell’erotismo”, è anche vero che la cosa, specie in una
serie ambientata all’interno di una casa di tolleranza, ha una sua, chiamiamola
così, “giustificazione”.
Gli uomini giovani, di bell’aspetto o anche
cinquantenni dotati di grande fascino e prestanza fisica, si presuppone che non
abbiano “bisogno” di frequentare un casino per farsi una sana e liberatoria
trombata, salvo rari casi che ci sono stati presentati dagli autori in alcuni
numeri della serie. Ma è anche vero che al tipo di clientela costituita dalla
tipologia di uomini illustri sopracitata, si potevano almeno abbinare con
maggiore frequenza altre categorie di persone come giovani marinai o soldati,
uomini dall’aspetto rude, ma con fisici massici e particolarmente dotati, avventurieri,
cinquantenni, nobili e non, di bell’aspetto affetti dalle più turpi perversioni, tutti amanti
delle prostitute da casino e invece tipi del genere si sono visti davvero poche volte, disegnati da Frollo in maniera impeccabile. Come non ricordare, ad esempio, l'affascinante Conte Albert Polidor (n.9 "Per amore di una puttana") o il diciottenne Raymond dai tratti del volto davvero angelici e dotato di un fisico da adone (n.10 "Cuore di Mamma"), per citare giusto un paio degli esempi più riusciti. Monsieur
Clivet, il protagonista maschile di questo albo, tanto per cambiare, è invece il solito tipo piccoletto, occhialetti, baffetto, grosso naso, fisico gracilino,
accenno di pancetta e…non certo superdotato. Insomma, tutti elementi che non
faranno di certo impazzire la nostra Tippy e con lei tutte le altre lettrici
rappresentanti del “gentil sesso”, ma questa era, purtroppo, la mentalità degli
autori di quel periodo riguardo il tipo di estetica maschile che doveva contrapporsi a quella delle donne, sempre raffigurate (e meno male) come delle gran fighe, argomento del quale si è discusso su questo blog
svariate volte.
E veniamo alla storia. L’idea, quella che un frequentatore
di case chiuse possa “innamorarsi” o provare un’attrazione così forte nei
confronti di una prostituta, al punto di arrivare a sposarla, non è
certo originale e d’altronde non è certo l’originalità il fiore all’occhiello
di questa collana, tesa a sviluppare per la maggior parte trame e situazioni alquanto
bizzarre dove l’erotismo, che dovrebbe rappresentare la colonna portante, viene
trattato in maniera scialba e poco coinvolgente, in parecchi casi addirittura
per niente. Tuttavia, al di là della piega che poi la storia prende e della
quale non vi anticipo nulla per non spoilerare, qualche momento gradevole c’è,
come la marchetta che Wilma, da sposata, si fa con un soldato. Momento gradevole, ma
non eccitantissimo al punto da far "volare la mente". Mentre ci terrei a sottolineare un rapido botta e risposta tra un cliente e Madame Con, all’inizio della
storia che continua a rimbombarmi nella mente e che mi ha fatto tanto ridere: quando viene introdotta la torta con dieci candeline a forma di “uccello”
per festeggiare l’imminente millesima volta di Wilma. Cliente: “Ma le candeline,
chiamiamole così, sono soltanto dieci!” – Madame Con: “Mica potevamo farci
stare mille cazzi…ognuno di quelli vale per cento!” “Casino” è una serie che va
presa così com'è, come ho già avuto modo di dire tante volte, con leggerezza e
ironia. Un modo per farsi qualche risata e godere, se non altro, di bellisime
tavole disegnate, come al solito, con gusto ed eleganza.
In appendice, introdotto da un'illustrazione di BIRAGO BALZANO, trovate "Il Supplizio di Mona", un racconto erotico scritto di tre pagine ad opera del "misterioso" autore che si firma con le iniziali L.N. Chi sarà mai? Confesso che mi è sempre rimasta una grande curiosità al riguardo.
BUONA LETTURA
ISI