sabato 29 febbraio 2020

I MITICI FUMETTI: I CASI DELLA VITA IN.... ALBUM A LUCI ROSSE - UN MISTERIOSO ROCKSTAR (Albo n. 73)


Eccoci qua! Finalmente a presentarvi dopo tanto tenpo, due storie inedite prese dalla serie I CASI DELLA VITA.
Avevo voglia di farvi gustare di nuovo questi fumetti di questa longeva e storica collana della Ediperiodici e... cosa sono riuscito a pescare dal blog del "mitico"(trottolino du-du-da-da-daa), CHARLES? Un episodio realizzato dal nostro socio ISIDORO BRUNO, assieme al suo fido "compagno di merende" (nonché per me, grande disegnatore di fumetti!!) ENZO MACCHITELLI !!! 
Mi riferisco chiaramente alla prima storia, dal titolo ALBUM A LUCI ROSSE; ISI e MACCHITELLI sono stati bravissimi nel disegnare un'episodio che posso davvero dire con assoluta tranquillità,  che è uno dei più divertenti letti fino ad oggi della collana I CASI DELLA VITA. Disegni stupendi, ambientazione azzeccata (la caratteristica provincia italiana falsa moralista), scene di sesso eccitanti e con un finale dolce-amaro un pò tipico di certe commedie all'italiana...

ALBUM A LUCI ROSSE: Augusta è una bellissima donna responsabile, ambiziosa, presidente del patronato scolastico di una cittadina della provincia italiana. Il suo carattere, la sua condotta irreprensibile e il suo carisma nel porsi con la gente, non fanno altro che aumentare il suo fascino, sopratutto nei confronti del sesso maschile. 
Ma Augusta è pure una donna di una certa moralità; è sposata, fedele a suo marito e insieme paiono formare una bellissima coppia. Con un segreto però... Di sera, chiusi nel loro appartamento, lontani da occhi indiscreti, marito e moglie danno inizio al loro vizioso gioco fatto di macchine fotografiche, luci, flash e tante, tante fotografie di carattere pornografico...

UN MISTERIOSO ROCKSTAR: Barbara è un'affascinante giornalista di una importante rivista di gossip della capitale. Il suo direttore sapendola ambiziosa di fare carriera, le dà un incarico di una certa importanza: cercare di strappare una intervista in esclusa con il famoso e misterioso cantante rock Faber Khan, un personaggio alquanto grottesco che si esibisce in pubblico celando la sua identità attraverso una maschera d'oro, che per fattezze ricorda quella degli antichi guerrieri mongoli.
Recatasi nell'hotel dove soggiorna il cantante, la bella Barbara fà subito conoscenza con Mr. Gil, omuncolo simpatico e cordiale di chiare origini asiatiche, la quale le rivela subito che ha importanti informazioni riservate riguardanti le origini di Faber Khan....

Vi lascio alla lettura, amici e amiche.

Il vostro Daice.


































































































20 commenti:

  1. Ma come? E' uno dei fumetti di Isi e non mi dite niente?
    Tra l'altro tempo fa la stessa storia era comparsa in Vizi Privati UH n°1 con delle tavole in più.

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    1. Esatto. Era il lavoro che faceva Enzo nell'ultimo periodo, tavole aggiuntive a storie vecchie già pubblicate.

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    2. Sorpresa, sorpresona caro Charles !!!
      Il nostro Isi è un uomo pieno di risorse ... he he! ;)

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    3. @Charles
      è il mio socio che da troppa enfasi a questa cosa, come ho già avuto modo di ripetere tante altre volte, era Enzo il disegnatore titolare e abile matitista, io facevo solo le chine e a volte anche il lettering (quello di questa storia non è mio), anche se in diverse occasioni ci è capitato di scambiarci un po' i ruoli o "miscelarli" diversamente. Per vedere come lavora Isi, da solo al 100%, dovrai attendere in futuro su questo blog. Stay tuned.

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    4. Non fare il modesto, caro socio; questo fumetto l'hai realizzato te assieme al bravo Macchitelli, come hai giustamente ammesso ... Insieme siete stati bravi e avete realizzato tantissime storie! Siete stati un duo fantastico e quello che avete creato in quegli anni, rimarrà per sempre nella memoria di noi fan dei fumetti tascabili sexy! E nessuno potrà mai cancellarlo !!

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    5. Ti ringrazio. Quelli sono stati gli anni più felici della mia vita, campavo con quello che mi piaceva veramente fare e contrariamente a tanti colleghi per me il genere hard non era un ripiego, mi piaceva proprio e continua a piacermi ancora oggi che non si produce più.

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  2. Certo che passare dai disegni di Macwin e Isi a quelli della storia seguente è un po' dura!
    Storia caruccia, e alla fine, diciamocelo, la protagonista ha il destino che tutti noi speravamo avesse... (chissà poi perché!)
    Ne approfitto per chiedere a Isi: di chi era il soggetto? Assieme alla storia vi arrivava anche una sceneggiatura dettagliata o dovevate pensarci voi? E quanta libertà (o voce in capitolo) creativa avevate nei vari processi?
    La seconda storia, invece, è proprio assurda, ma va bene così, almeno è qualcosa che non ci si aspetta. Da prendere con il sorriso, la sospensione dell'incredulità proprio non ce la fa. Il colpo di scena finale poi, per la velocità con cui capita, e per il fatto che in quelle circostanze non sarebbe mai potuto accadere, più che stupirmi mi ha fatto ridere: spero che fosse questo l'obiettivo del soggettista! :-D

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  3. @Ponty
    Arrivava la sceneggiatura, a volte anche due insiene, non vi era mai indicato il nome dell'autore, qualche volta figurava uno pseudonimo tipo un tizio che si firmava Leonardo Da Vinci :D In quelle scritte un po' meglio, all'inizio c'era una paginetta che descriveva fisicamente come dovevano essere i personaggi. In altre non c'era niente di tutto ciò, per cui una volta letta, lo studio dei personaggi lo faceva Mac al momento, quello che gli usciva di getto, senza stare troppo a pensarci, ovviamente se a me qualcosa non piaceva si cambiava, tipo i colori dei capelli delle protagoniste che, quando non era indicato specificamente, le preferivo bionde, anche perchè era più facile e veloce per me poi fare le chine. Le sceneggiature erano scritte in maniera standard, esattamente come quelle degli autori della Bonelli, ogni vignetta descritta minuziosamente a livello di inquadratura, taglio, ciò che fanno i personaggi in quella, scena, lo sfondo, etc. Nelle scene di sesso, con un linguaggio che cambiava da quello proprio *zozzo" e crudo e che preferivamo a chi invece usava termini più "delicati" venivano descritte minuziosamente tutte le vignette così come le aveva immaginate lo sceneggiatore. C'era poi, ma ci capitava raramente, chi le scene di sesso le accennava soltanto e magari dopo averne descritte un paio scriveva "dalla tavola 40 alla 46 scopano". Avere voce in capitolo? Inizialmente, per i primi due anni, si interpretava la sceneggiatura alla lettera, al massimo si variava qualche vignetta quando ci capitava di notare qualche "cacofonia" grafica come due Primi Piani dello stesso personaggio sia nella prima che nella, seconda vignetta della tavola, oppure per una, questione di gusti sceglievamo di adoperare dei "Totalini" al posto delle vignette orizzontali standard. Nel gergo tecnico fumettistico una "Totale" è una tavola che contiene un'unica scena, per "Totalino* si intende invece una vignetta dal taglio verticale, (in pratica, la metà di una Totale) nei tascabili quando fai un Totalino ovviamente ne fai due nella stessa tavola, oltre ad essere una cosa molto carina da vedere, ti permette di disegnare le figure per intero. Su queste cose non ci hanno mai detto niente, anzi, spesso Enzo riceveva tanti complimenti. Poi è successo che man mano che aumentava la nostra esperienza, notavamo errori sempre più vistosi e a volte intere sequenze totalmente sbagliate a livello di regia. Enzo chiamava Sandrini a telefono che era il redattore che ci coordinava, gli esprimeva le nostre perplessità, qualche lo facevo anch'io e lui ci dava l'ok a cambiare quello che non ci convinceva. Lo sceneggiatore non veniva proprio interpellato. Col tempo, acquisita una totale fuducia sulle nostre capacità, Sandrini ci diede carta bianca senza neanche bisogno di interpellarlo ogni volta, potevamo fare tutto quello che volevamo se questo serviva a migliorare la storia. Arrivammo a riscrivere persino certi passaggi nei dialoghi e a modificare diversi finali. Non credo però che tutto questo sarebbe stato possibile se al posto di storie libere e autoconclusive, avessimo lavorato su qualche personaggio fisso.

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    1. Grazie per l'esauriente risposta, mi piace riuscire ad entrare nel meccanismo della creazione fumettistica, che ovviamente, per chi non ci ha lavorato direttamente, è terra sconosciuta.
      Penso anch'io che, nel caso della lavorazione su di un personaggio fisso, per ovvi motivi una così ampia libertà non sarebbe stata possibile.

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    2. @Ponty
      Si è vorrei aggiungere ancora che aldilà di quello che si può pensare, chi curava questi fumetti non lo faceva certo con mano leggera, nel senso che... uno legge tante storie edite dalla, Ediperiodici e nota che la maggioranza di queste sono delle cagate pazzesche, molto spesso anche disegnate male. Chiaro che venga da pensare che chi ci fosse dietro non se ne fregava poi molto dei contenuti delle trame, né dava molto peso alla qualità dei disegni, bastava far arrivare il fumetto nelle edicole e venderlo, perchè tanto gli acquirenti non mancavano di certo. Ma ti posso assicurare, per esperienza vissuta, che il nostro redattore era molto pignolo e professionale, quando la qualità grafica di un storia calava, perchè magari l'avevamo macinata in soli dieci giorni al posto dei soliti quaranta che ci concedevano per una storia standard sulle 100 tavole (sorvolo sui motivi per cui questo a volte accadeva, per una, questione di privacy) ci veniva subito fatto notare e quando decisi di volerci provare nel proporre soggetti miei, convinto che qualsiasi cosa avessi scritto sarebbe andata bene, mi ritrovai a, scontrarmi con una dura realtà: su 10 soggetti inviati solo due o tre risultavano buoni da sceneggiare, gli altri scartati oppure da correggere con tanto di annotazioni, suggerimenti e del perchè determinate cose che avevo scritto, a loro dire, non funzionavano. Quindi è proprio un mistero del perchè poi molte "zozzerie" finissero in edicola. Penso di aver sceneggiato e piazzato almeno 5 o 6 storie nell'ultimo periodo, parliamo del 1999-2000 che seppur essendomi state pagate non ho mai visto realizzate né da noi ne da altri disegnatori. I pagamenti... altra cosa nella quale erano signori alla EP, tutti super puntuali, precisi, mai sgarrato nulla, cosa che, stando a diverse voci dell'epoca, alla Edifumetto di Barbieri accadeva in modo più confusionario, ma chissà se è vero. Io so solo che a noi il lavoro non mancava mai e che Sandrini mi faceva letterare anche un casino di storie realizzate da altri disegnatori e tutte rigorosamente a mano non certo a computer. Con l'avvento di Giacomo Cavedon, sebbene Bondi ne dica un gran bene, cambiò invece tutto. Il padre era tutta un'altra cosa.

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    3. Confermo al 100 % tutto ciò che ha appena scritto Isi.

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  4. Bellissimo leggere questi aneddoti e "dietro le Tavole"...Grazie socio!!

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    1. Ma figurati, boss. È che il nostro carissimo amico Ponty è giustamente curioso e a me non costa nulla accontentarlo.

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  5. Non sapevo di questa tua "nascosta" attività di ex-fumettista caro Isi !! Complimenti comunque; te e MacWin eravate una coppia davvero super!!!

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    1. @Rob
      Ma come non lo sapevi??? Comunque, grazie.

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    2. È vero, purtroppo Rob non fa parte del nostro gruppo su fb, per cui di alcune cose che noi diamo per scontate, o che ne accenniamo brevemente in qualche commento, lui non ne è a conoscenza.
      Dottore... iscriviti!!! Anch'io sono allergico a fb, e infatti ho aperto l'account solo per poter leggere i messaggi del gruppo dei fumetti sexy. Per il resto... non lo uso!

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    3. Isi ; come dice Pontellino non sono sui social! Non converso con voi e non ho la possibilità di scambiare battute... E non mi chiedete di entrarci; sò già che dopo 20 giorni sarei li a litigare con il 50% degli stronzi che girano in rete :(
      Tornando a noi: ti rinnovo i miei complimenti e sopratutto è stato interessante leggere tutti questi aneddoti con cui ci hai reso edotti. Per un fan di sexy fumetti come il sottoscritto per è oro !!!

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    4. Grazie, Rob. E...tutto sommato, non hai mica tutti i torti riguardo i social. Fortuna che io li uso solo quel pizzico che, a volte, mi serve.

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    5. Ma certo: Rob ha assolutamente ragione. Infatti anch'io all'inizio non volevo entrare in fb. Poi quando mi dissero che c'erano i Maestri Taglietti, Sciotti, Del Boccio, Fenzo che ogni tanto partecipavano... ci ho provato.
      Ovviamente lo uso solo per il gruppo dei fumetti, perché a vedere alcuni commenti, al di fuori del nostro gruppo, ti fa scappare la voglia o ti fa imbracciare il mitra. Ma nel nostro gruppo (che è chiuso) solo una volta ci sono stati dei commenti incivili, e la situazione è stata subito risolta.
      Poi, per carità, ci si può trovare su posizioni differenti a livello di opinioni, ma finché il dialogo rimane costruttivo fa anche bene, no?

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