IL FASCINO DI PADRE RALPH: In una chiesa di un piccola città di provincia, la giovane Lorella confessa i propri peccati al parroco. La ragazza afferma di sentirsi come la protagonista dello sceneggiato televisivo "Uccelli di Rovo", in quanto in suoi gusti sessuali la portano ad innamorarsi solo di uomini che indossano la tonaca. Attraverso tutta una serie di flashback, seguiamo tutta la sua storia dal principio che porterà Don Marino a dubitare della propria fede e a domandarsi se la castità forzata sia veramente voluta da Dio o se non sia invece un'imposizione arbitraria. Lorella, intanto, continuerà a fantasticare sul suo sogno d'amore impossibile, non immaginando di esserci andata molto, ma molto vicina.
NOVE SETTIMANE E...BASTA!: Stesa sul lettino di uno psicanalista, la bella Oriana racconta al medico che è solo per colpa di un film "Nove settimane e mezza" se adesso odia tutti gli uomini. Veniamo così a conoscenza di tutta la sua storia con il suo ex ragazzo, Giacomo, un tipo sempre in cerca di nuovi stimoli erotici, ma che il più delle volte mandavano in bianco l'insoddisfatta ragazza. Dopo aver visto insieme al cinema il film scandalo del momento, Giacomo vuole a tutti i costi rifare nove settimane e mezza, in stile Italy, con Oriana, costringendola a subire di tutto e di più, cosa che induce a un certo punto la ragazza a mollarlo, dopo solo nove settimane, l'altra "mezza" proprio non l'avrebbe retta. Sentendosi attratta, dopo tanti anni di astinenza dagli uomini, proprio dal suo analista, Oriana finisce per farci sesso, purtroppo però la cosa non si evolve nel modo in cui la ragazza sperava.
In questo clima di "arresti domiciliari", dove magari si ha molto più tempo di farsi cullare dal "dolce far niente" (si fa per dire), noi di ZERO IN CONDOTTA, proprio per non farvi annoiare più del dovuto, ci prodighiamo imperterriti alla ricerca di nuovi fumettacci da pubblicare e farvi leggere, il Covid-19 (che qualcuno dalle mie parti chiama addirittura Conad-19) ci fa un baffo e non ci esime dal nostro compito. Quindi, mettetevi comodi in poltrona o chiudetevi in bagno, come ai vecchi tempi e beccatevi i due racconti di quest'antologica offertaci e scansionata dal nostro inossidabile amico e compagno di avventure CHARLES che, come al solito, ringraziamo.
Due storie senza infamia e senza lode, ma che si fanno leggere con facilità e che inducono, forse, a delle riflessioni. Nella prima, la protagonista si identifica un po' nel personaggio di Meggie Cleary, protagonista femminile dello sceneggiato televisivo cult del 1983 "Uccelli di Rovo" diretto da Daryl Duke e tratto dall'omonimo romanzo di Colleen McCullough, dove il personaggio della giovane Meggie, interpretato da Rachel Ward, viveva una complicata storia d'amore con il bel Padre Ralph De Bricassart, interpretato da Richard Chamberlain. Dato il connubio tra sacro e profano, un mix da sempre molto stimolante da trattare all'interno di storie erotiche, ritengo che l'autore della sceneggiatura si sia perso un'occasione per costruire una storia che potesse sfruttare in pieno i due preziosissimi elementi citati. Si potrebbe dire "tanto fumo e poco arrosto", scene di sesso ce ne sono, ma manca, a mio avviso, l'elemento morbosità, quello che infiamma la mente ed eccita i sensi, soprattutto se sorretto da una trama più solida e ben costruita e da certe situazioni che, purtroppo, mancano o sono state ideate con poca fantasia. Peccato. I disegni di questa storia, stando a quanto indicato sul quarto volume Immaginario Sexy di Luca Mencaroni, sono di Franco Verola.
Nella seconda storia si prende di mira invece il film del 1986 "Nove settimane e 1/2" del regista Adrian Lyne, interpretato dal bel tenebroso Mickey Rourke e dall'atomica Kim Basinger. Anche qui la storia pecca in diversi punti, cade nel solito luogo comune che vede la protagonista provare attrazione verso il suo analista (quante volte abbiamo visto questo tipo di situazione?) e crolla, come la precedente, in un finale privo di mordente. I momenti più piccanti del racconto vengono affrontati in modo superficiale e frettoloso, peccato, perché lo spunto per fare una storia decente c'era , così come c'erano le situazioni adatte (purtroppo appena accennate) che potevano essere sviluppate in maniera più ampia e corredate da un linguaccio più "sporco" e coinvolgente. Per quanto riguarda l'autore dei disegni, mi sa che il già citato volume di Mencaroni stavolta prenda un abbaglio clamoroso attribuendoli a Ugolino Cossu, cosa che escludo nella maniera più categorica, conosco benissimo il modo di lavorare di Cossu per aver letto tantissime sue storie nel periodo in cui lavorava sulle due testate della Lancio (poi divenuta Eura Editoriale) Lanciostory e Skorpio e in diversi albi di Dylan Dog della Bonelli. Un disegnatore che ha legato il suo stile al suo particolare e insolito modo di inchiostrare che non prevede ne l'uso del pennello ne quello del pennino, ma utilizzando invece dei Rapidograph, le classiche "penne" ad inchiostro di china con punta millimetrata usate all'epoca da architetti e geometri per i loro progetti su "carta mozzarella" (oggi quasi del tutto rimpiazzati da sofisticatissimi pennarelli) prima dell'avvento del computer. Di tutto questo, nelle tavole di questa storia non c'è traccia, niente di niente, ne nelle figure ne nello stile grafico utilizzato per l'inchiostratura (che sembra sia stata fatta a pennello) che sia riconducibile a questo disegnatore. Se qualcuno sa qualcosa, si faccia avanti nei commenti.
Mi raccomando, state a casa, fate i bravi e....
BUONA LETTURA
ISI